Per quanto resistente e di buona fattura possa essere un macchinario, arriverà sempre un guasto o un malfunzionamento in futuro che renderà necessaria la sostituzione di un pezzo della macchina originale.

Può trattarsi del motore, ma anche di un semplice cuscinetto che, con l’andare del tempo, ha subito un naturale processo di logorio che ne richiede la sostituzione definitiva.

Dal momento che, quando è stata acquistata, per legge ogni componente della macchina doveva essere inclusa e verificata secondo la Direttiva Macchine, il cambiamento di un pezzo di ricambio richiede la stessa adesione totale alle regole prescritte dalla Direttiva?

È una domanda frequente, nonché un dubbio lecito: se consideriamo che il marchio CE viene rilasciato solo se la macchina ha tutti i requisiti di sicurezza in regola, un minimo cambiamento potrebbe effettivamente portare a una revisione totale del mezzo.

Lecito pensarlo, ma nella realtà, per fortuna, non è proprio così. Andiamo a capire perché e a cosa si applica la Direttiva Macchine nel dettaglio.

Cosa dice la Direttiva Macchine sulla marcatura CE?

Abbiamo lungamente parlato della Direttiva Macchine in questo articolo, spiegando punto per punto quali sono i requisiti minimi di sicurezza che una macchina deve rispettare per ottenere il marchio CE e poter essere messa in commercio.

Tra questi requisiti c’è anche la fornitura di un manuale d’uso e un manuale di manutenzione, con descrizioni accurate delle parti del macchinario, del suo funzionamento e delle soluzioni da adottare in caso di malfunzionamento. 

La Direttiva Macchine riguarda la macchina nella sua interezza. Per la precisione, riportando le esatte parole della Direttiva Macchine 2006/42/CE, la macchina è:

  • un sistema che compie un’azione mirata attraverso un metodo diverso dalla forza umana o animale;
  • un sistema equipaggiato come al punto 1, a cui mancano solo gli elementi di collegamento alla fonte dell’energia;
  • un sistema come al punto 1 e 2 che deve essere a sua volta installato su un altro sistema per funzionare, diventandone componente;
  • un insieme di più quasi-macchine, come descritte nel punto tre, che devono essere assemblate insieme per funzionare.

Come puoi notare, la Direttiva Macchine parla sempre di macchine o quasi-macchine, ossia pezzi (sistemi) già assemblati che hanno bisogno di essere messi insieme per funzionare o di essere collegati a una rete elettrica.

Quando si parla di “parti di macchine” per le quasi-macchine, queste non devono essere confuse con le “parti del macchinario” intesi come i suoi componenti. In altre parole, il singolo ingranaggio o il componente da solo non devono essere marcati CE; è l’insieme assemblato di tutti i componenti di un macchinario a necessitare della marcatura.

I pezzi di ricambio devono avere la marcatura CE?

Come si traduce quanto detto in relazione ai pezzi di ricambio? L’equazione è semplice: se non sono i singoli componenti della macchina a dover ottenere la marcatura CE, i pezzi di ricambio che sostituiscono quelli originali non hanno bisogno della marcatura per essere messi in commercio.

A maggior ragione, quando è lo stesso fabbricante a inviare i pezzi di ricambio per un suo macchinario guasto, è certo che invii lo stesso identico componente, con numero di matricola e uguale funzionamento, che sostituisce il vecchio pezzo senza cambiare nulla. In questo caso si rientra nell’ambito del prolungamento del contratto di vendita.

La marcatura CE diventa allora superflua: il fabbricante garantisce che i pezzi di ricambio sono sempre compatibili con il macchinario.

E cosa succede se un pezzo di ricambio è andato fuori produzione, ad esempio in caso di macchinario un po’ datato? Niente di preoccupante: il fabbricante invierà un pezzo di ricambio compatibile, proveniente probabilmente da una linea nuova che utilizza lo stesso principio e funzionamento del vecchio pezzo ormai in disuso.

Per una maggiore chiarezza, la Direttiva Macchine spiega al suo interno quali componenti non sono soggetti a marcatura CE

  • i componenti di sicurezza, destinati alla sostituzione dei componenti identici forniti dalla macchina originaria (come nel nostro caso);
  • le attrezzature per parchi giochi e parchi divertimento;
  • le armi;
  • alcuni mezzi di trasporto a uso commerciale, come i trattori agricoli o i veicoli a motore da competizione;
  • le navi;
  • le macchine e i mezzi militari;
  • gli ascensori delle miniere.

Il primo punto è chiarissimo: i pezzi di ricambio, non essendo né macchine né quasi-macchine, non sono soggetti alla marcatura CE. Questo si applica inoltre anche ai componenti che fanno parte del sistema di sicurezza del macchinario. 

Pezzi di ricambio approvati da altre direttive

Abbiamo fin qui visto ciò che succede se è il fabbricante a fornire un pezzo di ricambio uguale all’originale o simile all’originale per funzionamento. 

Se, per la sostituzione, ci si rivolge invece a un altro ente che non corrisponde al fabbricante, bisogna invece fare attenzione al tipo di componente che acquistiamo e alle direttive a cui risponde a sua volta.

Esistono, ad esempio, alcuni componenti che hanno una tensione diversa, o che risultano incompatibili elettronicamente ad altri componenti presenti sul macchinario. In questi casi è necessario che questi componenti siano ufficialmente riconosciuti come sicuri e validi attraverso la marcatura CE. Senza il marchio, non possono entrare a far parte del macchinario da riparare.