In maniera ufficiale, il manuale di istruzioni entra a far parte della produzione dei macchinari come integrazione obbligatoria solo nel 2006, anno in cui entra in vigore per l’attuale (ancora per poco) Direttiva Macchine.

Quella del 2006 non è però la prima Direttiva Macchine, poiché la sua prima versione risale ben al 1989; e non sarà l’ultima, perché nel 2021 andrà in pensione e sarà sostituita dal Regolamento Macchine, con attuazione immediata da parte degli stati che fanno parte dell’Unione Europea. 

Ma cosa c’era prima della Direttiva Macchine, prima del 1989? I manuali d’uso esistevano e, se sì, in quale forma? 

Scopriamolo in questo articolo dedicato alla storia dei manuali di istruzione.

Le condizioni dei lavoratori nell’Ottocento

Guardando molto indietro nel tempo, esattamente al tempo della Rivoluzione Industriale che trasformò per sempre il concetto di lavoro, scopriamo facilmente una storia in cui i lavoratori non erano proprio al centro del pensiero e della preoccupazione dei datori di lavoro.

Le condizioni degli operai che arrivavano dalla campagna per trovare un lavoro in fabbrica erano, a dir poco, deprecabili. Turni di lavoro massacranti, paghe misere e poca sicurezza, se non nulla, sul luogo di lavoro. 

Non tutti erano alfabetizzati e non a tutti era concesso capire realmente come funzionasse un macchinario e cosa fare in caso di guasto o malfunzionamento. Le morti sul lavoro erano all’ordine del giorno, questa situazione è perdurata per diversi anni, almeno fino alla seconda metà dell’Ottocento.

In questo periodo vengono infatti promulgate alcune leggi, le prime in assoluto, a tutela dei lavoratori, a cominciare dalla tutela dei minori impiegati nelle fabbriche (1886) per poi passare, nel 1899, alla tutela dell’integrità fisica del prestatore d’opera, ossia dell’operaio

Proprio alle soglie del 1900 si inizia quindi a tenere in considerazione la responsabilità dell’azienda sugli eventuali infortuni degli operai che prestano il loro tempo nella fabbricazione dei prodotti. 

È un passaggio importante, perché identifica una presa di coscienza che sarà poi alla base sia dello sviluppo dei sindacati per la tutela dei lavoratori, sia per l’assunzione di responsabilità da parte delle aziende, che faranno il possibile per prevenire incidenti sul lavoro.

Mentre altre leggi si susseguono, come l’istituzione della tutela sanitaria, l’assicurazione contro gli infortuni e la Cassa di invalidità, di fatto le condizioni degli operai non rimangono delle migliori.

Uno dei problemi principali riguarda proprio la formazione e l’informazione. Gli operai continuano ad arrivare dalle campagne e vengono catapultati in questa nuova vita e modalità di lavoro di cui sanno poco o nulla.

L’affiancamento è minimo e le spiegazioni su come utilizzare il macchinario ridotte all’osso. Siamo ancora lontani dal concetto di manuale d’uso, che farà il suo ingresso nel mondo del lavoro solo dopo la Seconda Guerra Mondiale.

I primi manuali d’uso

Il secondo dopoguerra vede il ritorno dei sopravvissuti a una vita in fabbrica che inizia a cambiare più velocemente. La loro presa di coscienza e la necessità di proteggersi dagli incidenti sul luogo di lavoro dà vita a tre grandi istituzioni attive ancora oggi: la legge sulla prevenzione degli infortuni, l’igiene sul lavoro e la sicurezza del lavoro nel settore edile.

L’istituzione della Comunità Europea accelera ancor di più la costituzione di un nuovo concetto di impresa, che non può solo chiedere il massimo ai propri operai, ma deve anche offrire sicurezze a garanzie per la salvaguardia della loro salute.

Sono gli anni in cui arriva la prima forma di responsabilizzazione del datore di lavoro, attraverso una direttiva europea che diventerà la prima versione della direttiva macchine. Si tratta della ​​89/391/CEE, approvata nel 1989 e recepita in Italia solo nel 1996.

La Direttiva Macchine ​​89/391/CEE

Siamo finalmente davanti a una direttiva europea che dice nero su bianco “la responsabilità della salute sul luogo di lavoro è dei datori di lavoro”. Non si possono chiudere ulteriormente gli occhi: l’azienda deve garantire ai propri dipendenti uno svolgimento sano e privo di rischi quanto più possibile.

La Direttiva europea arriva in Italia effettivamente nel ‘94, con il decreto legislativo 626/1994 che stabilisce gli obblighi e i doveri in materia di sicurezza sul lavoro sia per i datori di lavori che per gli operai. 

La prevenzione aziendale diventa realtà e passa attraverso l’istituzione, all’interno di ogni azienda, di meccanismi di controllo e supervisione per accertarsi che tutte le operazioni, specialmente quelle correlate all’utilizzo di macchine e macchinari, siano svolte in maniera corretta.

La formazione è parte integrante della vita dei lavoratori: ogni nuovo macchinario è spiegato in maniera dettagliata per permetterne un uso corretto, con una grande riduzione del pericolo d’uso.

Direttiva Macchine 2006/42/CE

Tutta l’evoluzione della tutela della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro arriva al suo culmine nel 2006: è proprio in questo anno che la Comunità Europea rinnova la Direttiva Macchine, che chiarisce ogni responsabilità e ogni metodo di informazione da fornire sull’utilizzo delle macchine e delle quasi-macchine.

Del contenuto ne abbiamo parlato in maniera approfondita in questo articolo; vogliamo qui ricordare, tuttavia, che è proprio in questa direttiva che viene definitivamente chiarito cosa debba contenere un manuale di istruzioni, con l’elenco specifico delle informazioni da fornire al suo utilizzatore.

La Direttiva Macchine ha accompagnato la stesura dei manuali di istruzione e dei manuali di manutenzione fino al 2021, dando una scaletta precisa dei contenuti dei libretti per ogni tipologia di macchinario. È arrivato però il momento di cedere il posto a una versione aggiornata che tiene conto soprattutto dell’evoluzione tecnologica.

I macchinari non sono più quelli di 20 anni fa. Oggi integrano sistemi di controllo da remoto, software per la gestione del comando e tanti altri sistemi innovativi che hanno bisogno, a loro volta, di una ulteriore regolamentazione.

Questo è proprio lo scopo del Regolamento Macchine 2021, la versione più aggiornata della direttiva macchine che attua prima di tutto questo cambiamento: da direttiva si passa a regolamento, quindi il contenuto sarà recepito direttamente dagli stati membri dell’Unione Europea senza dover promulgare delle leggi specifiche per ogni singolo stato. 

Scopri di più sul nuovo Regolamento Macchine 2021, quando diventerà effettivo e come cambieranno i manuali di istruzione in questo articolo.